martedì 22 gennaio 2008
Per aderire, firma la petizione
Il caso di Malalai Joya, la ventinovenne parlamentare afghana ingiustamente sospesa dal parlamento nel maggio del 2007, richiede l’attenzione urgente della comunità internazionale.
In quanto attivisti e scrittori che vivono in paesi i cui governi, sotto l’ombrello della Nato, sono in guerra in Afghanistan e sostengono il regime di Hamid Karzai, vogliamo esprimere il nostro sostegno a Malalai Joya.
Malalai Joya ha apertamente criticato la pesante presenza di signori della guerra e di forze non democratiche all’interno del parlamento afghano e per questa ragione ha conquistato un largo consenso. Nel 2005 è stata eletta in parlamento come rappresentante della provincia di Farah. La sua popolarità è tale che in seguito alla sua sospensione dal parlamento, in diverse località afghane hanno avuto luogo dimostrazioni spontanee per sostenere il suo reintegro.
Diversamente da ciò che dicono i governi dei paesi che fanno parte della Nato, Malalai Joya ha dichiarato che l’occupazione occidentale ha spinto il suo paese “dalla padella nella brace”, rafforzando signori della guerra, criminali e fondamentalisti. Joya ha anche detto che sei anni di guerra non hanno portato al miglioramento dei diritti delle donne.
I governi dei paesi che fanno parte della NATO hanno grosse responsabilità riguardo alla sicurezza di Malalai Joya dal momento che hanno creato e sostenuto un governo che ha consentito la sua espulsione dal parlamento. A causa della sua sincerità nei confronti del potere è sopravvissuta a quattro tentativi di assassinio e deve viaggiare in clandestinità e sotto scorta.
Noi confermiamo il nostro sostegno nei confronti di Malalai Joya e facciamo appello ai governi dei paesi che fanno parte della NATO e agli altri governi le cui truppe sono sul campo affinché facciano pressione sul governo afghano per il suo reintegro in parlamento.
Il mondo sta osservando il caso di Malalai Joya, che gode di grande sostegno tra coloro che si battono per una vera democrazia e per i diritti umani in Afghanistan.
Primi firmatari:
- Medea Benjamin, CODEPINK (United States)
- Noam Chomsky (United States)
- Libby Davies, Deputy Leader, New Democratic Party (Canada)
- Dr. Lynette Dumble, Director, Global Sisterhood Network (Australia)
- Kim Elliott, Publisher, rabble.ca (Canada)
- Mable Elmore, Coordinator, Friends of Malalai Joya – Canada, Co-chair, StopWar.ca (Canada)
- Joan Felip, activist (Catalonia)
- Susan George, Senior Fellow, Transnational Institute (France)
- Heike Hänsel, Member of Parliament, Left Party (Germany)
- James Ingalls, Co-director, Afghan Women’s Mission (United States)
- Christine Jones, Co-chair, Canadian Peace Alliance (Canada)
- Jef Keighley, President, World Peace Forum Society (Canada)
- Naomi Klein, journalist (Canada)
- Sonali Kolhatkar, Co-director, Afghan Women’s Mission (United States)
- Jack Layton, Leader, New Democratic Party (Canada)
- Collette Lemieux, Co-chair, Canadian Peace Alliance (Canada)
- Heather Mallick, writer (Canada)
- Hakeem Naim, Malalai Joya Defense Committee (United States)
- Derrick O’Keefe, Editor, rabble.ca and Co-chair, StopWar.ca (Canada)
- Hamid Osman, President, York Federation of Students (Canada)
- Laura Quagliuolo, Vice-president, Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane (Italy)
- Onnie Wilson, Network Coordinator, RAWA Supporters Melbourne (Australia)